Cresce la mobilitazione per la salute pubblica

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COSENZA - (Comunicato stampa del Comitato per la Sanità Pubblica della Provincia di Cosenza) A novembre dello scorso anno il Comitato per la Sanità Pubblica della Provincia di Cosenza - nato per volontà di associazioni, forze politiche e sindacali, comitati spontanei - scese in piazza, con l’adesione anche di numerosi amministratori locali e, soprattutto, di tantissimi cittadini e cittadine, per rivendicare la necessità di una inversione di tendenza nella gestione del sistema sanitario pubblico calabrese, con l’adozione di misure che consentissero davvero ad ognuno di noi la possibilità di usufruire in ogni angolo della Provincia di un servizio pubblico adeguato, dignitoso, rispondente alle esigenze di cure, senza dovere “emigrare” o ricorrere, avendole, a risorse personali.

A maggior ragione ci pare oggi opportuno fare il punto della situazione, ad oltre due mesi anche della manifestazione del 10 maggio a Catanzaro, laddove soggetti analoghi provenienti dall’intero territorio regionale hanno inteso lanciare al Presidente della Regione, nella sua qualità di Commissario ad acta della sanità regionale, un segnale di preoccupazione e di allarme rispetto allo stato della sanità pubblica calabrese, con interventi del palco che hanno commentato con indignazione ma ancor di più con rabbia lo stato del servizio sanitario pubblico in Calabria, dove, come recitava efficacemente lo slogan, “si muore”! E non si trattava evidentemente, e purtroppo, solo di uno slogan: continuano ad emergere quotidianamente disservizi che, per fortuna, non sfociano sempre in eventi drammatici e che, tuttavia, rivelano l’incapacità non solo di corrispondere adeguatamente al bisogno di salute e di cura dei cittadini, ma ancor di più evidenziano come, al di là delle costanti promesse e ad onta dei proclami quotidiani, non si riesca ad intravedere un vero cambio di rotta, in grado di contrastare l’inesorabile degrado della sanità pubblica regionale. Servirebbero, dunque, scelte politiche coraggiose e dirompenti e l’adozione di proficue misure strutturali ed organizzative, servirebbe ascoltare la voce di quanti vivono edoperano nei territori, servirebbe che si scegliesse di indirizzare tali scelte a favore della sanità pubblica, che viene invece e costantemente depauperata di servizi a favore di quella privata, dove facilmente si “saltano” le interminabili liste d’attesa, ancorché si abbia la possibilità di “mettere mano al portafoglio”. Evenienza questa spesso impossibile per larghe fasce della popolazione calabrese, che comporta di conseguenza la rinuncia alle cure e talvolta rende impossibile persino l’acquisto di farmaci necessari a contrastare patologie croniche ed invalidanti. Su queste - e su tante altre problematiche ancora - avremmo voluto confrontarci col Presidente Occhiuto, chiedendo nell’occasione al Prefetto di Catanzaro di farsi portavoce di tale richiesta. Ebbene,abbiamo registrato una chiusura totale, che ci vediamo costretti ad interpretare come un evidente tentativo di sminuire, svalutare, trascurare, mancare di rispetto ai cittadini calabresi ed alle loro istanze, e che, evidentemente, è la modalità assai discutibile che appartiene all’intero sistema che, in tutte le sue articolazioni, gestisce la sanità calabrese. Infatti, rispetto a richieste di confronto su temi specifici e su caratteristiche proprie dei singoli ambiti territoriali, analogo atteggiamento si riproponeva parte dei vari Dirigenti delle Aziende Sanitarie e delle Aziende Ospedaliere provinciali. In particolare, come Comitato di Cosenza, all’indomani della manifestazione provinciale, una nostra delegazione incontrò il Dr. Graziano, Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, che dimostrò un’apertura - forse solo di facciata? - relativamente alla possibilità di una interlocuzione su talune problematiche di rilievo assoluto, in particolare le liste d’attesa e la medicina del territorio, suggerendoci di prevedere dei tavoli tematici e prendere contatto direttamente con i dirigenti aziendali preposti. Così abbiamo fatto, ma senza alcun esito. Anche rispetto all’attivazione delle forme di partecipazione diretta dei cittadini, ci era stato assicurato che le stesse, dopo la formale approvazione dell’Atto Aziendale all’inizio del 2025, sarebbero state attivate in conformità alle normativa vigente. Di tanto il 25 novembre 2024 venne redatto apposito verbale. Trascorsi i primi mesi del 2025, tali richieste, rimaste inevase, vennero reiterate e da ultimo poco, più di quindici giorni, fa il Comitato per la Sanità Pubblica di Cosenza ha chiesto per l’ennesima volta di incontrare non solo il Dr. Graziano, ma anche il Dr. De Salazar, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, dal quale, da novembre 2024, ad oggi non è mai pervenuto alcun cenno di riscontro. alle richieste d’incontro. Sempre come Comitato per la Sanità Pubblica di Cosenza abbiamo chiesto formalmente al Sindaco di Cosenza di convocare - e possibilmente con celerità - la Conferenza dei Sindaci della Provincia di Cosenza per la sanità in quanto Presidente di tale organismo istituzionale che ha, in materia, funzioni di indirizzo, di programmazione e di controllo sull’operato delle Aziende Sanitarie, vigilando sull’efficacia e l’efficienza dei servizi erogati. Al di là di qualunque intento polemico - anche in questo caso attendiamo una risposta - ci pare che i Sindaci - che numerosi aderiscono alle nostre iniziative e partecipano alle nostre manifestazioni - potrebbero utilizzare appieno le opportunità offerte da tale strumento, così da dare concretezza, per come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, al loro ruolo di tutela della salute, individuale e collettiva, nei comuni da loro amministrati, con competenze specifiche e coordinandosi con le autorità sanitarie regionali e nazionali. La salute è un bene comune, forse il più importante per le collettività, e dovrebbe prescindere sempre e comunque da logiche di schieramento politico. Per concludere, i mali della sanità calabrese sono sempre lì, ed ogni giorno cresce l’amarezza e la delusione per le tante promesse non mantenute, ma anche la sensazione di distacco e di indifferenza che è l’unica risposta che ci sembra provenire alle nostre istanze da parte delle istituzioni. Oggi più che mai, dunque, bisogna alzare la testa, non fermarci, cercare di coinvolgere quanti più cittadini possibile, perché la salute ci appartiene e niente e nessuno può metterla in pericolo!

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