Studenti e docenti europei in visita al borgo dell’accoglienza

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ACQUAFORMOSA - Una giornata intensa, ricca di emozioni e riflessioni, quella vissuta oggi 15 maggio nel borgo di Acquaformosa, che ha accolto una delegazione internazionale nell’ambito del progetto europeo BIP Erasmus+ “Thinking About Contemporary Migrations to Promote Social Integration”.

Protagonisti dell’iniziativa una trentina di studenti e docenti provenienti dalle università di Cosenza, Dipartimento Politiche Sociali UNICAL, Francia e Belgio, che hanno potuto toccare con mano il modello di accoglienza costruito negli anni dall’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, guidata da Giovanni Manoccio. Il programma della giornata ha previsto una serie di tappe significative, ognuna con un forte valore simbolico e formativo. Il tour è iniziato presso la ludoteca “Aylan”, intitolata al piccolo Aylan Kurdi, il bambino siriano simbolo della tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo. Da lì il gruppo ha raggiunto la sede operativa dell’associazione, dove ha potuto conoscere progetti, metodi e visioni che fanno di Acquaformosa un punto di riferimento nazionale. Particolarmente toccante è stato il passaggio nella scuola primaria del paese, dove gli ospiti hanno incontrato i bambini provenienti da diverse parti del mondo. Un’esperienza autentica di integrazione, che ha messo in luce la naturalezza con cui la diversità culturale viene vissuta nella comunità. La visita si è conclusa nella biblioteca parrocchiale, dove è stato possibile confrontarsi con la dimensione culturale e identitaria del borgo arbëresh, da secoli abituato ad accogliere. «Acquaformosa è diventata un punto di riferimento in Italia per le buone pratiche di accoglienza -ha dichiarato Manoccio-. Abbiamo creato un modello replicabile, capace di restituire vita ai borghi e dignità alle persone accolte. Il riconoscimento della comunità accademica ci ripaga dei tanti sacrifici fatti». Tra i promotori del progetto BIP, il professore Walter Greco dell’Unical, che ha accompagnato gli studenti: «Acquaformosa offre un modello virtuoso di accoglienza dal basso, capace di integrare davvero: per gli studenti europei è sorprendente vedere che può essere una scelta civile e non solo istituzionale». Nella riflessione conclusiva, Manoccio ha sottolineato: «Il nostro lavoro dimostra che si può fare accoglienza di qualità anche in Calabria. Per me l’immigrazione deve rientrare nel welfare universale, come un diritto di tutti». La giornata si è chiusa con entusiasmo e nuove connessioni culturali. L’esperienza di Acquaformosa, nata dall’incontro tra identità arbëreshe e vocazione all’accoglienza, continua a ispirare chi cerca un’Europa più giusta, solidale e umana.

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