Un viaggio tra le origini e i cambiamenti storici

Navanteri

TORANO CASTELLO - “La non facile e non breve storia di Sartano e dei vari personaggi che nei tempi passati hanno legato i loro nomi, le loro vicende e quelle dei loro casati sul Feudo di Sellectano”. 

È quanto racchiude il nuovo libro del toranese Gildo Anthony Urlandini dal titolo “I Baroni del Feudo di Sartano” (Aloe editore). Il periodo storico considerato da Urlandini, insegnante ed educatore presso il Convitto Nazionale “B. Telesio” di Cosenza nonché giornalista pubblicista, si inserisce in quel feudalesimo che ha caratterizzato nel bene o nel male la nostra regione a partire dall’anno mille. «Questo scritto non pretende di essere un’analisi esaustiva dal punto di vista storiografico -spiega l’autore- ma vuole contribuire a dare un impulso alla ricerca storica per stabilire quali sono le nostre radici, le nostre origini ma, soprattutto, vuole essere un’opera di divulgazione di verità storica a tutti coloro che amano conoscere». Gildo Anthony Urlandini ritiene, appunto, che la ricerca della verità sul passato è un passaggio necessario per conoscere e capire il futuro della società moderna di oggi. Un lavoro importante, dunque, che fa ripercorrere al lettore le fasi storiche di Sartano partendo dalle origini, per passare dal periodo di appartenenza all’abbazia di Montecassino per poi passare ad una disamina attenta e particolare del periodo feudale che vede coinvolto soprattutto il potere della famiglia Cavalcanti o Cavalcante. L’autore analizza anche, se pur per brevi periodi, il potere delle famiglie Caputo, Lupinacci e Campagna fino ad arrivare alla legge francese del 1806 che abolì la feudalità, esaminando anche alcuni fatti accaduti dopo il 1806 e che hanno interessato la Terra di Sartano soprattutto dopo il 1861. «Quello di Tonino Urlandini, autore appassionato di questa pubblicazione, -scrive nella prefazione il docente Unical Peppino De Rose- è uno sforzo letterario di pregio che va nella giusta direzione di creare valore storico scientifico e di rafforzare il senso di comunità trasmettendo identità e valori positivi ai giovani di oggi e di domani per conservare la memoria e preservare le radici». Per il professor De Rose il libro di Urlandini è un’opera “frutto di un lungo lavoro di studio e di ricerca e di un impegno straordinario di ricostruzione storica e culturale di luoghi che vantano un ricchissimo patrimonio urbanistico e architettonico annidati in un territorio di eccezionale bellezza naturale”.

@Riproduzione riservata

L'Editoriale

Il coraggio di restare

C’è una parola che in Calabria pesa come una pietra e profuma come una speranza: restare.Restare non è comodo. Non è inerzia. È scegliere di non andarsene, quando tutto intorno ti spinge a mollare. È un atto di resistenza civile, e anche un po’ di...

Controcorrente

Guai a chi tocca la Costituzione: il rischio politico di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni, sebbene i sondaggi confermino uno stabile consenso personale (44%), oltre che un gradimento pari al 28% per il suo partito, dovrebbe comunque preoccuparsi del proprio futuro politico, perché in Italia tutto è lecito tranne che avere...

Parresia

Quattr’anni di solitudine

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Perché una donna?

L'angolo del Libro

Il sangue e l’inchiostro

Gusto e Benessere

"Sa Fregula" a modo mio

Pubblicità

Pubblicità