Appello ai Comuni calabresi per tutelare la dignità del lavoro

Navanteri

COSENZA - La Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Cosenza esprime pieno appoggio alla proposta di legge regionale presentata dal consigliere Ferdinando Laghi, sostenuto dallo stesso Partito, sulla tutela della retribuzione minima salariale nei contratti della Regione Calabria.

La recente sentenza della Corte Costituzionale ha chiarito definitivamente che le Regioni possono e devono intervenire per garantire salari dignitosi negli appalti pubblici, nel rispetto della Costituzione e dei contratti collettivi nazionali. In una regione come la Calabria, segnata da lavoro povero, precarietà e sfruttamento, l’introduzione di una soglia minima di nove euro l’ora rappresenta una misura di civiltà e di giustizia sociale.
In questo quadro, la Segreteria provinciale del PRC segnala positivamente che anche nel Comune di Rende la consigliera Rossella Gallo, del gruppo consiliare Sinistra per Rende–M5S, ha depositato una proposta di legge comunale ispirata agli stessi principi. Si è ora in attesa che la discussione venga calendarizzata dal Consiglio comunale.
Rifondazione Comunista invita pertanto i Consigli comunali di tutti i Comuni delle province calabresi ad assumere iniziative analoghe, recependo la proposta attraverso atti di indirizzo e regolamenti sugli appalti, affinché la tutela della dignità del lavoro diventi un principio concreto e vincolante in ogni livello della pubblica amministrazione. «Il lavoro -si legge nella nota della Segreteria provinciale di Cosenza- non può essere povero. Difendere il salario significa difendere i diritti, la dignità e la coesione sociale».

@Riproduzione riservata

L'Editoriale

Il fisco che punisce chi lavora

C’è un paradosso che attraversa l’economia italiana e che nel 2025 è diventato insostenibile: chi prova a crescere, assumere e creare lavoro viene punito più di chi resta fermo o scivola nelle azioni della irregolarità “ordinaria”.

Controcorrente

Andreotti, il garante della prima Repubblica Italiana

Giulio Andreotti ha vissuto l'ultimo tratto della sua lunga esistenza con l'amarezza di un “prescritto”, a seguito dell'ibrida conclusione del processo per mafia, svoltosi tra il 1993 e 2004, che gli ha precluso, dopo una lunga carriera politica...

Parresia

Quattr’anni di solitudine

Pillole di pediatria

Svezzamento del bambino: quando iniziare, come farlo e cosa mangia nei primi mesi

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Perché una donna?

L'angolo del Libro

L’Arbëria via etere

Gusto e Benessere

Terrina di cavolfiore allo zafferano

Pubblicità

Pubblicità