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«I bagni pubblici a Piazza Belluscio atto di violenza e obbrobrio per Altomonte» In evidenza

Il luogo dove dovrebbero sorgere i "vespasiani" Il luogo dove dovrebbero sorgere i "vespasiani"
Agos

 

ALTOMONTE - Cittadinanza democratica, partecipazione civica attiva sono termini che indicano che le attività che riguardano scelte politiche che influenzano direttamente la vita di una comunità devono essere tenute in debito conto sempre e non solo quando è la politica a chiedere la partecipazione attraverso il consenso elettorale. Ad Altomonte l'attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Coppola, «sta sistematicamente ignorando ciò di cui la stragrande maggioranza dei cittadini definisce un obbrobrio, un atto di violenza verso un luogo che dovrebbe invece rappresentare il biglietto da visita per tutti coloro che giungono ad Altomonte: la costruzione di servizi igienici in piazza Costantino Belluscio, davanti al teatro all'aperto voluto proprio da Costantino Belluscio». Lo afferma in una nota Francesco Pacienza, giornalista e Portavoce del Comitato contro la realizzazione dei servizi in piazza Costantino Belluscio.

«Un comitato di cittadini - prosegue la stessa - pur manifestando la necessità che questo tipo di servizi fosse necessario, ha iniziato a raccogliere delle firme per una petizione, online e cartacea, affinché l'amministrazione comunale rivedesse il progetto per la collocazione in altro luogo di tale insediamento. Alla base di tale decisione istituzionale vi è la necessità di riqualificare, come si legge nella Delibera 189 del 12 dicembre 2023, la piazza Costantino Belluscio in quanto dichiarata area degradata; il vero degrado secondo la maggioranza dei cittadini altomontesi risiede proprio nella installazione di tali insediamenti. Il sindaco Coppola, che seppur assente alla stesura della Delibera, difende a spada tratta tale decisione elencando quelli, che secondo il suo punto di vista, sono i punti di forza: i servizi saranno fruibili dietro pagamento di un gettone di accesso, gli stessi sono del tipo autopulenti (ma non è dato sapere il livello di efficienza di tale auto-pulitura (??!)), che gli stessi non creeranno alcun tipo di impatto paesaggistico e ambientale negativo seppur nelle immediate vicinanze insistono attività commerciali e una civile abitazione oltre ad una casetta per la distribuzione di acqua microfiltrata che è già esistente ed è adiacente, confinante, con la struttura in costruzione. Il libero comitato di cittadini avanza molti dubbi anche sul reale significato di “area degradata” essendo la stessa piazza utilizzata, anche dopo la delibera del 12 dicembre 2023, come parcheggio, area di sosta per pullman turistici e di linea, mercato quindicinale, svolgimento di fiere e sagre e via di questo passo. Nulla ha fatto questa amministrazione durante il suo quinquennio, che scadrà il prossimo giugno, per veramente riqualificare e rendere migliore questa area, quasi rendendolo simile ad un “salotto urbano” come se ne trovano in tanti piccoli borghi della Calabria. No, la riqualificazione è subordinata alla creazione di “vespasiani”, e l'accostamento con l'imperatore romano che istituì la tassa sulle latrine è quanto mai attinenti, visto che saranno fruibili solo previo pagamento dell'obolo. Anche i sistemi di sorveglianza di cui la piazza è dotata lasciano il tempo che trovano perché tecnologicamente non adeguate specialmente nelle riprese notturne; allora chi vigilerà sul buon funzionamento di tali impianti? Vuoi vedere che il sindaco, così tecnologicamente lungimirante, avrà previsto la presenza di un robottino umanoide che, alla fine dell'espletamento dei bisogni del momentaneo avventore, uscirà da uno scrigno nascosto pulendo e sanificando ogni angolo del cubicolo igienico? Cosa significa area degradata? “Il degrado urbano, decadimento urbano, decadenza urbana è il processo urbanistico, con ricadute sociologiche, attraverso il quale una città, o parte di essa, che era un tempo funzionale, cade in rovina... Il degrado urbano può essere caratterizzato da fenomeni di deindustrializzazione, spopolamento o deurbanizzazione, ristrutturazione economica, edifici o infrastrutture abbandonate o dismessi... bassi tenori e qualità della vita, la privazione dei diritti civili, alti tassi di criminalità, elevati livelli di inquinamento e la comparsa di paesaggi urbani desolati.” E ancora “Sono aree degradate le aree ove si registra “deterioramento, decadimento o impoverimento” delle risorse naturali e/o dei caratteri identitari.” Insomma visto le attività che vi si svolgono diventa difficile comprendere il significato di degradamento della piazza Costantino Belluscio. Sicuramente molte domande ancora senza risposta saranno formulate nei prossimi giorni attraverso un esposto alle autorità inquirenti e alla Procura della repubblica per ricevere le dovute e necessarie risposte su questa vicenda che appare fumosa ed incomprensibile nel perseverare a voler ad ogni costo realizzare tali infrastrutture in un luogo che avrebbe sì bisogno di essere riqualificato attraverso arredi urbani e arboricoli che lo rendessero simile ad un accogliente salotto e non invece in un luogo in cui espletare i propri bisogni corporali.

 

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