Stasera a Bisignano la presentazione del libro di Elena Fiore Pisapia
- Scritto da Alessandro Amodio
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- Pubblicato in Provincia Cultura e Spettacolo
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BISIGNANO - Per la serie ”Libri in scena”, un viaggio tra cultura e informazione, l’Assessorato alla Cultura della Città di Bisignano propone stasera la presentazione del libro di Elena Fiore Pisapia “I ragazzi venuti dal mare". L’evento è previsto per le ore 19 nel Chiostro del Convento di Sant’Umile sulla collina della Riforma. Alla presenza dell’autrice, i relatori saranno Francesco Lo Giudice, sindaco di Bisignano; Ornella Gallo, Assessore comunale alla Cultura; Maria Francesca Corigliano, assessore alla Cultura della Regione Calabria e Carmelina Acciardi, direttrice del Cas di Bisignano.
Durante la presentazione è prevista la lettura di alcuni passi del libro da parte di Alen Astuni e un intrattenimento musicale a cura di Francesco Sisca. «I ragazzi venuti dal mare» non è un semplice libro ma un racconto vissuto tramite un’esperienza personale che l’autrice ha fatto propria cercando di trasmettere i veri valori dell’accoglienza e dell’integrazione. Ed è questo che si coglie nelle parole di Elena Fiore Pisapia, in una storia di “migrazione”, piena di sentimenti, di vita vissuta, di dolore e di gioie, pur poche, che si dischiudono e diventato vita quotidiana in questo borgo dell’Esaro che «accoglie» questo nugolo di migranti all’inizio spaesati e senza un benché minimo orizzonte, poi man mano un gruppo che si fa apprezzare e che diventa un tutt’uno con chi se ne prende amorevolmente cura cercando d’aprire uno squarcio di luce e gettarsi alle spalle le ombre di un’esistenza fin lì tormentata. È un libro che si legge tutto d’un fiato, che ti avvolge e ti ammalia nel suo racconto tanto da non potersene staccare. Perché lei, Elena, professoressa d’italiano, o Madame come viene chiamata dalla gran parte dei «Ragazzi venuti dal mare», non impartisce solo lezioni ma statuisce con gli stessi un legame quasi inscindibile fatto di sguardi, di parole, di momenti, di aneddoti, ma anche di religiosità. È proprio fra le pagine del libro che s’individua l’aspetto religioso e quasi sovrannaturale legato alla figura di San Francesco, che trova un bagliore nell’attesa collegata all’arrivo di questi ragazzi e che come racconta «è un sentimento profondo che la pervade mentre attende il loro arrivo». Elena ha coscienza che in lei c’è qualcosa che sta mutando, e nel breve volgere di un istante «nella conca scavata nell’Esaro, tra la Cannicella e la Montea» alza gli occhi al cielo per posarli sulla Croce posta in alto sul monte capendo che quello rappresenta un segnale.
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