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Mottafollone è la Città dell’olio di oliva

Uliveti mottafollonesi Uliveti mottafollonesi
Agos

MOTTAFOLLONE è la Città dell’olio di oliva. Lo sostengono in una loro accurata ricerca Franco e Maria Pompea Abate. Gli stessi iniziano da alcuni versi... “Bisognerebbe imparare dagli ulivi a lasciarsi modellare dal vento senza perdere il proprio carattere” (autore F. Caramagna) e poi cosi proseguono. 

La storia dell’ulivo è profondamente legata a quella dell’umanità; nelle origini di questo prezioso albero, storia e mitologia si intrecciano. Emblema di pace, forza, fede, vittoria, onore. Comparsa per la prima volta, probabilmente nell’Asia occidentale, la pianta d’ulivo si diffuse in tutta l’area mediterranea, dove il suo culto fu consacrato da tutte le religioni. Nella religione cristiana l’ulivo ricopre molte simbologie, dal ramoscello della colomba liberata da Noè a Gesù che fu dapprima accolto con rami di ulivo, alle ultime ore prima della Passione che trascorse negli orti degli ulivi. In questa ottica l’ulivo diventa una pianta sacra e sacro è anche l’olio che viene dal suo frutto. Infatti, l’olio di oliva è il Crisma, usato nella liturgia cristiana dal Battesimo all’Estrema Unzione, dalla Cresima alla Consacrazione dei Sacerdoti. I popoli antichi che diffusero l’olivo e l’olio per tutto il Mediterraneo furono i Babilonesi, i Fenici, gli Egizi, gli Etruschi, Greci, Cartaginesi, Arabi. In Calabria arriva con le navi dei primi coloni greci probabilmente intorno al VII secolo a.c. ma i Romani furono il popolo che incentivarono le coltivazioni e riuscirono a costruire i primi strumenti per la spremitura delle olive ed a perfezionare sempre di più le tecniche per la conservazione dell’olio. Alcune evidenze archeologiche attestano però, che la presenza dell’olivo in Calabria è ben più antica, si pensa all’età del bronzo, tesi questa, avvalorata dagli studi condotti negli scavi di Trebisacce ed aree limitrofe. In questa area di scavo e studio sono stati rinvenuti noccioli ed olive nonché impronte di foglie negli intonaci e tracce di olio all’interno dei contenitori. E da allora è stato un crescendo che ha portato ai giorni nostri, a differenziare un patrimonio olivicolo calabrese che può contare su un vasto germoplasma di almeno 33 cultivar di ulivo, differenti per caratteristiche e zone di origine; così Borgese, Carolea, Cassanese, grossa di Cassano, Roggianella etc. Mottafollone che da qualche anno è stato insignito della denominazione di Città dell’olio d’oliva, vanta un monocultivar della specie Roggianella, la quale trova sulla nostra collina il suo habitat naturale; è una varietà auto impollinatrice con una maturazione tardiva e una produzione abbondante di frutti e di conseguente resa di produzione di olio oscillante tra il 14-18%. Oltre che come cultivar da frantoio, trova impiego nella produzione delle olive schiacciate e di altre conserve della tradizione.
L’olio si presenta di colore verde con riflessi gialli, il sapore è fruttato con sensazioni leggere di mandorla, erba fresca e carciofo; il livello di acidità massimo totale non è superiore allo 0,7% di acido oleico per 100 gr. di olio.

USO DELL’OLIO NELLA NOSTRA TRADIZIONE CULINARIA (DIALETTALE) 

Accanto al caminetto……. Rusceddra guogliu e sinisa (pane arrostito con olio crudo e polvere di peperone secco).
Per accompagnare formaggi e salumi….. Vulivi spistati (olive schiacciate, denocciolate, addolcite in acqua e condite con aglio, peperoncino, sale e finocchietto selvatico). 

Cena vegana….. Zafarani arraganati e vulivi siccati aru suli (peperoni secchi fritti in olio abbondante bollente ed olive essiccate al sole).
Merenda estiva…… Pani, sale, guogliu e cancarieddru stricatu (fetta di pane casereccio condita con sale, olio e peperoncino strofinato).

Contorni e aperitivi….. Vulivuni virdi cca salimorra (olive grosse addolcite nell’acqua salata);

Vulivi nivuri all’acqua (olive addolcite in acqua);

Vulivuni mpurnati (olive grosse infornate).


QUALCHE RICETTA MOTTAFOLLONESE

Baccalà e vulivi (baccalà ed olive)
Suffrittu i puorcu (soffritto di maiale).

 Baccalà ed olive
Tagliare a pezzi il baccalà precedentemente dissalato; in un tegame soffriggere un abbondante trito di cipolla e uno spicchio d’aglio, aggiungere i pezzi di baccalà e farli dorare da entrambi i lati, sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco, aggiungere pomodori pelati, peperoni secchi, bagnare con acqua calda e cuocere a fiamma media con coperchio, alcuni minuti prima di spegnere la fiamma aggiungere le olive infornate.

 Soffritto di maiale
Per questo piatto, il taglio di carne usato è la testa del maiale.
Tagliare la carne a pezzi, metterla in una pentola capiente con acqua; portare a bollitura e schiumare spesso; a metà cottura, scolarla e nel frattempo preparare in un tegame del grasso già sciolto con peperoni secchi piccanti, aggiungere la carne e farla rosolare, sfumare con vino rosso, portare a termine la cottura aggiungendo acqua calda(al bisogno) e a fiamma bassa, in ultimo aggiungere le olive infornate.

OLIO CHE CURA E GUARISCE
L’ugliu firrato (olio ferroso);
Unguintu ppi i vrusciatini (unguento per le bruciature);
Pumata ppi i botti nivuri (pomata per i lividi).

 L’olio ferroso si usa per gli arrossamenti da pannolino: in un pentolino portarea bollore dell’olio con un pezzetto di ferro, far raffreddare per una notte; togliere il ferro e usare l’olio massaggiando delicatamente.

 Per preparare l’unguento occorre olio extravergine di prima spremitura; procurarsi della cera vergine di api e bulbi di lilium candidum; cuocere i bulbi precedentemente sbucciati, in acqua fino a che siano completamente spappolati, aggiungere l’olio e la cera precedentemente sciolta, amalgamare bene e lasciare cuocere un altro poco, fino ad avere consistenza a nastro; si applica sulle bruciature e si copre con foglie di rosa, poi si fascia con garza.

 Per la Pomata curativa dei lividi: pestare nel mortaio del prezzemolo, trasferirlo in una ciotola e aggiungere olio e sbatterlo con una forchetta; applicare sui lividi massaggiando.


COSA MI ASPETTO

“La vita è così grande che quando
Sarai sul punto di morire pianterai un
Ulivo convinto ancora di vederlo fiorire”
(Roberto Vecchioni)

E bisogna sognare in grande;
Mottafollone città dell’ulivo, Mottafollone città della pace!
Una città che accoglie, che integra, che varca i confini del proprio orticello; che propone incontri con i rappresentanti delle forze dell’ordine e della giustizia, con i rappresentanti di diverse etnie e con i rappresentanti delle minoranze linguistiche presenti sul territorio calabrese.
Che si confronta con Assisi;
Che vola a Gerusalemme;
E pensa che la pace non riguarda solo gli uomini ma tutto il Creato;
E che il rispetto per gli animali va di pari passo con la tutela dell’ambiente.
Allora piantiamo un ulivo: riparerà dal freddo;
E sogna un giorno di vederci arrampicare tuo figlio. 

© Riproduzione riservata



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