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Raffaele Fera

Raffaele Fera

La laurea: un titolo per pochi

Ormai il titolo di studio si eredita come se fosse un pezzo di terra o un negozio di generi alimentari. Accade sempre più spesso, infatti, che la categoria sociale della famiglia di appartenenza, influenzi il futuro culturale e professionale dei giovani. Negli anni 60/70 del secolo scorso il meccanismo faceva sì che anche una famiglia di umili origini poteva vantarsi di avere in casa il suo bel laureato.

Obesità, malattia del benessere (parte prima)

Fino alla prima metà del secolo scorso grandi e piccini per sopravvivere dovevano “tirare la cinghia”. Era stato sempre così, almeno per quanto riguarda il ceto popolare e nessuno si lamentava più di tanto.
Ognuno si cibava di ciò che produceva in casa, a cominciare dal pane per finire alla carne (quasi sempre di maiale e pollame che allevava nel cortile di casa).

Obesità, malattia del benessere (parte seconda)

L’importante è “mangiare” (dicevamo) e tutti mostrano di essere consumatori provetti, capaci di riversare tutti i giorni in casa una quantità abnorme di prodotti di gran lunga superiore alle effettive necessità nutrizionali della propria famiglia.
La motivazione va ancora e sempre ricercata in quel filo che ancora ci lega al passato, quello status symbol rappresentato dall’eccessivo peso corporeo che in tanti continuano a scambiare per invidiabile stato di ottima salute:

Evasione: che passione!

Alzino la mano gli onesti contribuenti che non hanno mai frodato il fisco!
Volendo affidarci alle statistiche (cifre da prendere comunque col beneficio di inventario), vengono i brividi, considerato che, secondo studi di settore, lo Stato non introita all’incirca la notevole cifra di 180 miliardi di euro equivalenti a 348 miliardi, 528 milioni, 600 mila delle vecchie lire).

I Prof. al Governo

Quando la politica arriva all’assurdo, nel senso che “non se la sente” di assumere quelle decisioni giuste e necessarie che scontenterebbero un po’ tutti ma che servirebbero a tamponare le falle di un clientelismo pluriennale talora fondato sul mercimonio, abbandona la scena (o almeno fa finta) e “tomo tomo, cacchio cacchio” (per dirla con l’espressione colorita quanto efficace dell’ultimo principe di Bisanzio),
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