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Gli imprenditori agricoli invadono Castrovillari per manifestare contro la discarica di Campolescia In evidenza

Gli imprenditori agricoli invadono Castrovillari per manifestare contro la discarica di Campolescia

CASTROVILLARI – Un serpentone di mezzi pesanti e non ha invaso, letteralmente, Castrovillari per far sentire la propria voce “in difesa di un territorio che rischia seriamente in termini ambientali”. Sono gli imprenditori di Cammarata dove insiste, da diversi anni, una discarica nella località di Campolescia. Dismessa nel 2002, la discarica fino ad oggi ha continuato ad esistere in una zona a forte concentrazione agricola, anche se nel 2013 la Regione Calabria finanziò con un milione di euro un progetto finalizzato alla messa in sicurezza, con relativa bonifica, della discarica e la definitiva chiusura. Ma se fin qui tutto sembrava essere incanalato nella giusta direzione della cosiddetta tombatura, nell'autorizzazione regionale si contemplava anche la possibilità di un ulteriore conferimento di rifiuti limitato, però, al solo raggiungimento del “piano di campagna”.

Ed è stata questa possibilità che ha smosso una intera comunità di lavoratori che, nuovamente, si sono sentiti minacciati da una possibile riattivazione del sito da parte dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Lo Polito. E se nei mesi scorsi già un'altra protesta era stata messa in atto per gli stessi motivi, questa mattina il fronte del dissenso è stato molto più chiaro e determinato. Il ritrovo a Cammarata intorno alle 8 per partire in colonna prima delle 9. fra i maggiori promotori della manifestazione il consigliere comunale delle Liste Civiche cittadine, noto ambientalista, Ferdinando Laghi che durante il corteo afferma: «Questa è una manifestazione incredibile, che raccoglie tutto il mondo dell'agro-alimentare del Piano di Cammarata. Sono presenti tutte le associazioni di categoria degli agricoltori, per dire che la volontà di riaprire la discarica chiusa nel 2002, già colma, è una vera aggressione al Distretto agro-alimentare di Qualità, all'economia della zona e a 5mila posti di lavoro. Questa discarica, in linea con quanto stabilito dalla Regione, deve essere messa immediatamente a norma, bonificata e tombata, senza ulteriore abbanco di rifiuti. Perché un territorio che raccoglie spazzatura non è un territorio vendibile». Circa l'ulteriore conferimento di rifiuti Laghi precisa: «Non c'è spazio per altri rifiuti. Il tappo, che è alto 2,5metri, deve essere a livello del piano di campagna. In questo momento -spiega- siamo già al piano di campagna. Quindi, eventualmente, si deve scavare non portare altri volumi. Portare altri rifiuti vuol dire produrre altro percolato e quindi altri rischi per la salute. La presenza di tutta questa gente dimostra come il costo della chiusura definitiva sia una goccia nel mare dell'economia complessiva del Distretto agro-alimentare». In merito ai lavori, che attualmente si stanno facendo in discarica, fa sapere Laghi che c'è un esposto alla magistratura, che deciderà sulla liceità di essi. Intanto, bandiere e clacson fanno ingresso nella città del Pollino intorno alle 10.30 e paralizzano letteralmente la città, anche se un determinato servizio d'ordine della Polizia del locale Commissariato, guidato dal dirigente Leonardo Papaleo, evita il peggio. A piazza Municipio la carovana si ferma e distribuisce frutta, mentre il sindaco Lo Polito e Laghi si confrontano pubblicamente sulla questione. «La discarica 14 anni è stata aperta e altri 14 anni resterà aperta -afferma Lo Polito-». «È curioso pensare di dover chiudere una discarica riaprendola -replica Laghi-. Qui qualcuno prende in giro qualcunaltro. Non siamo contro nessuno e siamo disposti a metterci attorno a un tavolo per chiudere immediatamente. Qui il problema è economico». «Penso che il problema sia politico -ribatte Lo Polito- cioè acquisire un visibilità rispetto ad atti ufficiali che confermano la chiusura e anche la possibilità di conferire fino a 20tonnealte al giorno rifiuti». Sui documenti è chiaro, e tutti sono d'accordo, che «L'abbanco -si legge nel documento della Regione Calabria del 10.04.2013- può essere effettuato esclusivamente ai fini del raggiungimento del piano di campagna attuale e, comunque, senza alcuna sopraelevazione e realizzazione di opere murarie ad essa correlata». Per Laghi, quindi, essendo rimasti “solo 60cm” dal piano di campagna, ed essendo il tappo alto 2,5metri, “si dovrebbe scavare e non aggiungere altri rifiuti”.
Pietro Molinaro, presidente della Coldiretti Calabria, sottolinea il proprio dissenso nei confronti della incoerenza delle amministrazioni, compresa quella castrovillarese, nei comportamenti sui territori. «Questo Distretto agro-alimentare -afferma Molinaro- merita rispetto e coerenza, perché diamo posti di lavoro veri e creiamo benessere e qualità della vita. Non accettiamo che un problema economico diventi un ricatto al territorio e alle imprese agricole. Auspichiamo che il sindaco, se è un problema economico quello di tombare la discarica, al fianco nostro venga a chiedere le risorse per procedere con i lavori». Lo Polito ribadisce: «Siamo per l'immediata chiusura ma -evidenzia- il nostro territorio ha già una discarica aperta da 14 anni in pieno Distretto agro-alimentare. Noi la abbiamo messa in sicurezza perché ci teniamo al territorio e in virtù di cò metteremo una centralina a Cammarata, grazie all'apporto di un privato, per controllare la qualità dell'aria quotidianamente. Però non dobbiamo prenderci in giro sulla tombatura subito. Andiamo alla Regione? Io sono il primo. Il 29 viene Oliverio e glielo possiamo chiedere, però non è che nell'attesa dei prossimi anni che arriveranno i soldi noi teniamo una discarica aperta lì. Non faremmo gli interessi dell'agricoltura». Laghi aggiunge: «Se il sindaco prende ufficialmente impegno che non un kg di rifiuti verrà comunque portato in discarica siamo tutti d'accordo». Lo Polito ribatte: «Se abbiamo immediatamente i soldi non porteremo nemmeno un kg di spazzatura». È Molinaro, infine, a prospettare la strada di un Por Calabria che prevede una misura per bonificare i territori che potrebbe fare al caso della situazione. Ultima battuta di Lo Polito che afferma: «Che la discarica rimanga aperta per altri 14 anni è un rischio che non voglio correre. Noi la portiamo al piano campagna e la chiudiamo». Il tutto perché i tecnici comunali, autorizzati dalla regione, affermano che nella discarica c'è ancora una residua capacità, quindi non sarebbe satura. Sui lavori in discarica, Lo Polito afferma che sono “argini per evitare che le acque meteoriche vadano in discarica e producano altro percolato, e non per creare ulteriore capacità”. Lo stesso sindaco, infine, afferma di essere disponibile ad aspettare anche un anno per recuperare le somme necessarie (840mila euro) alla chiusura del sito, proprio perchè -afferma- "non è nelle nostre priorità conferire ancora rifiuti ma chiuderla".

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