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Anche il comune di Acquaformosa chiede l'autonomia sull'acqua In evidenza

Gennaro Capparelli Gennaro Capparelli
Agos

ACQUAFORMOSA – Dopo le battaglie e le campagne sostenute, a livello nazionale, dal comune di Saracena in termini di gestione autonoma del sistema idrico, la palla passa al piccolo comune montano di Acquaformosa. In pratica, anche il borgo arbëresh guidato dal sindaco Gennaro Capparelli ha deciso di passare alle vie di fatto inviando al dirigente generale del Dipartimento Lavori Pubblici della Regione Calabria, Domenico Pallaria, la richiesta di accertamento all'esistenza dei requisiti affinché anche Acquaformosa, come Saracena, possa gestire indipendentemente il bene idrico. Nella nota Capparelli specifica come «il Comune di Acquaformosa, nel corso degli anni, ha sempre investito risorse anche proprie al fine di realizzare in piena autonomia ed in maniera autosufficiente le opere di captazione, le opere di adduzione, l’impianto di depurazione ed infine l’ammodernamento della rete di distribuzione».

Lo stesso sindaco precisa che «le tariffe applicate vanno ad integrale copertura del ciclo di gestione di tutto il sistema idrico», evidenziando come il comune abbia gestito “in forma autonoma da sempre” il servizio idrico. Inoltre, Capparelli aggiunge che «l’approvvigionamento idrico avviene da fonti qualitativamente pregiate; che le sorgenti ricadono tutte all’interno del Parco Nazionale del Pollino; che è stato sempre garantito l’utilizzo efficiente della risorsa e la tutela del corpo idrico». Quindi, considerato che il vicino Comune di Saracena ha svolto «una importantissima battaglia al fine di poter continuare con la gestione autonoma del sistema idrico, senza dover sottostare alla gestione dell’ambito territoriale ottimale della Regione Calabria; e che il 22 settembre 2015 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso la richiesta del Sindaco di Saracena direttamente al Ministero dell’Ambiente perché avviasse una istruttoria, conclusasi in un provvedimento per il Governo, definitivamente confezionato in una norma, l’Articolo 62, Comma 4, Lettera B), contenuto in un provvedimento straordinario ed urgente, cosiddetto omnibus, in tema di green economy; che in virtù di detta modifica legislativa, all'articolo 147, comma 2-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, l'ultimo periodo è stato sostituito dai seguenti: “Sono fatte salve: a) le gestioni del servizio idrico in forma autonoma nei comuni montani con popolazione inferiore a 1.000 abitanti gia' istituite ai sensi del comma 5 dell'articolo 148; b) le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico. Ai fini della salvaguardia delle gestioni in forma autonoma di cui alla lettera b), l'ente di governo d'ambito territorialmente competente provvede all'accertamento dell'esistenza dei predetti requisiti”». Tutto ciò considerato, quindi, il primo cittadino arbëresh chiede, appunto, che l'ente di governo d'ambito territorialmente competente «provveda all'accertamento dell'esistenza dei requisiti di cui all'articolo 147, comma 2-bis, decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 in capo al Comune di Acquaformosa».

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