Morano chiede pace: voto unanime per la Palestina
- L’assemblea cittadina invoca il "cessate il fuoco"
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MORANO CALABRO - Una voce ferma e determinata, vibrante di umanità, si è alzata ieri sera nella sala adibita alle pubbliche adunanze del Consiglio Comunale di Morano. Con voto unanime, l’assemblea cittadina ha approvato una mozione che chiede il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina e invoca con forza l’immediato cessate il fuoco in Medio Oriente.
Non un gesto politico fine a sé stesso. Ma un atto di coscienza. Di fronte a un conflitto che da mesi strazia civili inermi. L’antico borgo del Pollino sceglie di non restare in silenzio. Perché chi tace, o acconsente o è complice! E allora, bando a qualsiasi steccato ideologico, l’assise grida in nome e per conto del popolo che l’ha eletta, il suo “basta guerra”, “basta morte”, opponendolo a un convinto “sì alla vita”, “sì alla pace”. L’emozione ha attraversato l’aula sin dall’inizio della seduta, quando il sindaco Mario Donadio ha preso la parola per una toccante relazione introduttiva. Con toni a tratti tremanti, ma assai risoluti, ha richiamato i valori fondanti della democrazia, l’urgenza della solidarietà, l’imperativo morale di restituire umanità al dramma che si sta consumando sotto gli occhi del mondo. Non un solo consigliere ha distolto lo sguardo. Per qualche istante, l’Istituzione si è fatta Comunità. E la politica, coscienza collettiva. «Questa non è una presa di posizione contro qualcuno -ha detto il primo cittadino- ma un appello in favore della PACE. Vogliamo due popoli in due Stati, entrambi liberi, entrambi riconosciuti, entrambi al riparo dall’odio e dalle macerie. Il nostro monito si unisce a quello di tante altre realtà democratiche in Italia e in Europa. Per la vita, per la giustizia, per i bambini, ovunque essi nascano. Morano c’è». La proposta, presentata dall’assessore Josephine Cacciaguerra, ma sostenuta anche dal gruppo consiliare del Partito Democratico, ha trovato sin da subito una convergenza ampia e trasversale. Le divisioni politiche si sono sciolte davanti all’urgenza della pace. «Riconoscere la Palestina -ha tuonato l’Assessore- significa dare voce a un popolo che chiede dignità; significa credere nel diritto alla coesistenza e alla vita. Il nostro è certamente un gesto figurativo, ma intriso di valori umani e civili. E le comunità, anche le più piccole, hanno il dovere di lanciare segnali inequivocabili, perché la pace si costruisce partendo dal basso». Nella licenziata mozione, si chiede al Governo italiano e all’Unione Europea di impegnarsi attivamente per una soluzione diplomatica rapida, per la protezione di uomini, donne e bambini innocenti, e per l’avvio di un vero dialogo di pace, giusto e duraturo, fondato sul riconoscimento reciproco, sul rispetto del diritto internazionale e sulla creazione di due Stati, uguali in dignità e sovranità. La seduta - al cui ordine del giorno presentava ben nove punti e la cui divulgazione è stata garantita come al solito da Radio Pollino - si è conclusa con un momento altamente simbolico: l’esposizione della bandiera palestinese all’interno dell’aula. Un silenzio sofferente ha avvolto il gesto, mentre gli stessi consiglieri, senza alcuna distinzione tra maggioranza e minoranza, a stento trattenevano la propria commozione. Da questo lembo di terra calabra, si leva un messaggio che attraversa mari e confini. Un messaggio semplice, ma chiaro e potente: “La pace non ha bandiere. Ma volti. Che meritano futuro”.
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