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Anna Pingitore: “I liceali di Luzzi non sono numeri, ma un’entità di diritti da preservare”

Anna Pingitore: “I liceali di Luzzi non sono numeri, ma un’entità di diritti da preservare”
Agos

Dalla consigliere di minoranza del Comune di luzzi, Anna Pingitore riceviamo e pubblichiamo:

"È questo l’appello rivolto agli organi competenti che in questi giorni decideranno le sorti del Liceo Classico di Luzzi.
Come cittadina luzzese con forte senso di appartenenza alla propria comunità, come docente attenta ai bisogni degli alunni e delle loro famiglie e come Consigliere di minoranza, mi faccio portavoce di studenti, genitori e dell’intera comunità.


Il nostro Liceo classico costituisce una ‘eccellenza’ da preservare, che ha portato a valorizzare un serbatoio di memoria culturale unico e insostituibile per il nostro comune. Il negativo calo degli iscritti verificatosi negli ultimi anni è da imputare soprattutto alla sua collocazione in Luzzi centro nel plesso delle scuole medie. Per far fronte a questa problematica, l’amministrazione comunale con consapevolezza è corsa di recente ai ripari, sollecitata anche dalle famiglie e dagli esponenti della minoranza, deliberandone lo spostamento dal prossimo anno scolastico giù a valle, dove risiedono moltissimi studenti che scelgono questo indirizzo, ma che per comodità di trasporto hanno sin ora preferito iscriversi presso il liceo classico di Rende. Inoltre questa soluzione a valle consentirebbe di ampliare il proprio bacino di utenti provenienti dai paesi limitrofi. Tutto ciò prospetterebbe un aumento degli iscritti dal prossimo anno.
Ma resta il problema del numero degli iscritti, non altissimo, pervenuto per il prossimo anno scolastico, che sembrerebbe essere un impedimento per la formazione della prima classe. Ma a chi ha potere decisionale chiedo di tener conto del fatto che Luzzi è innanzitutto un comune montano, con un territorio molto vasto e con una serie di problematiche legate ad esigenze eterogenee e dove la scuola rappresenta il principale punto di riferimento per la formazione dei giovani. Gli studenti che vivono in zone di montagna, periferiche e più isolate, sono a maggiore rischio per quanto riguarda la dispersione scolastica e hanno meno occasioni per avvicinarsi all’istruzione, alla cultura e all’apprendimento rispetto a studenti che vivono in zone centrali, dunque diventa fondamentale garantire, soprattutto a questi studenti, la presenza di un’istituzione scolastica, come quella del Liceo Classico, nel nostro territorio.  Il sistema di trasporti è carente e questo spesso scoraggia e demotiva i soggetti più fragili con un conseguente abbandono scolastico.
Si parla tanto di diritto allo studio, di inclusione, ma poi non lo si garantisce, decretando la chiusura del Liceo Classico di Luzzi. La scuola è presidio di legalità sul territorio. Questi studenti non devono nella maniera più assoluta essere considerati un numero, ma hanno un’identità e sono portatori di diritti che verrebbero calpestati chiudendo il nostro Liceo. Non tutti gli studenti vengono da famiglie agiate che possono permettersi un abbonamento per spostarsi su Cosenza. Da considerare anche che tra questi studenti ci sono soggetti fragili e negare il diritto allo studio anche a questi studenti è sconcertante e gravemente lesivo di principi che non andrebbero mai posti in discussione. Quello allo studio è un diritto fondamentale, sancito sia dalla Costituzione italiana, che in ambito internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU.
Bisogna quindi rimuovere i problemi che ostacolano il percorso scolastico di ogni singolo studente, creando una rete di sforzi che coinvolga tutti gli organi competenti, al fine di offrire realmente pari opportunità a tutti gli studenti. Verso questa direzione l’intero Consiglio Comunale sta già lavorando con forza e unità di intenti.
Concludo il mio appello citando una frase del celebre scrittore francese Victor Hugo “Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione” che è di una bellezza assoluta e ha in sé una verità indiscutibile. Infatti, la scuola se non viene meno alla sua funzione educativa ed istruttiva, formerà dei cittadini liberi, onesti, preparati ed operosi. Le scuole dunque si aprono e non si chiudono!".

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