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Raffaele Fera

Raffaele Fera

Diritto di cronaca e giornalismo

Il “Diritto di cronaca” in ambito giornalistico è un tema dibattuto che ha molti risvolti principalmente di natura giuridica, ma anche, conseguentemente, di tipo comportamentale.  In proposito torna utile riportare un estratto di una tesi di laurea, sul “DIRITTO DI CRONACA E DEONTOLOGIA DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA” discussa nell’anno accademico 1993/’94 presso l’Università de “La Sapienza”, Relatore il prof. Guido Alpa.

Una società in festa

Venerdì 1° maggio sul calendario c’è scritto: Festa dei lavoratori. Con i tempi che corrono, non credo ci sia molto da festeggiare. Anche quei lavoratori che un’occupazione ce l’hanno, fanno bene a non darsi alla pazza gioia in questo che dovrebbe essere per tutti un giorno di spensieratezza, visto che corrono il rischio che, tornando a casa dopo i festeggiamenti, trovino nella buca delle lettere un avviso di licenziamento.  Eppure la nostra resta una società basata sulla festa. Ci sono feste per tutti e per tutti i gusti: laiche e religiose; pubbliche e private. c’è la festa della mamma, quella del papà e quella degli innamorati.

Alle urne!

Cinque anni passano. Passano presto per chi è al governo. Non passano mai per chi al governo vuole arrivare. Anche questa volta si consuma il rito delle elezioni e mentre la maggioranza uscente tende ad amplificare gli aspetti positivi della propria gestione, l’opposizione, al contrario, tende ad evidenziare ogni possibile aspetto negativo.

Evviva il cassonetto

Al di là dell'avanzare dei tabelloni elettronici e di innumerevoli altri mezzi e sistemi pubblicitari, la prassi di utilizzare nelle nostre comunità qualsiasi tipo di supporto, non ufficialmente predisposto, per affiggere ogni tipo di comunicazione cartacea, sia essa di carattere sociale, commerciale, politico, o quant'altro, non conosce limiti e non è in alcun modo correlato con chi amministra, visto che si tratta di un fenomeno di più vaste proporzioni socio-culturali.  Ogni spazio è buono per incollarvi un manifesto mortuario che va a sovrapporsi o affiancarsi ad uno pubblicitario col logo del tale esercizio commerciale o della marca del tal prodotto, che il giorno seguente viene proditoriamente nascosto da un volto più o meno conosciuto che chiede la fiducia per ricoprire una qualsiasi carica pubblica, come avviene in modo precipuo in questo periodo di campagna elettorale.

Il potere logora... chi ce l'ha

Ai tempi della cosiddetta "Prima Repubblica", l'ultranovantenne Giulio Andreotti, (nacque il 14 gennaio 1919), icona inossidabile della politica che ha influenzato da protagonista (diresse ben sette governi repubblicani), la vita italiana di almeno un cinquantennio, era solito dire con un aforisma passato alla storia, che «Il potere logora … chi non ce l'ha». Intendeva dire, con evidente sagacia, frammista ad una buona dose di sarcasmo intrisa di real-politik, che chi governa ha maggiori possibilità di continuare a farlo, in quanto il potere, per quanto logorante per le promesse non mantenute, conserva pur sempre una sorta di fascino reverenziale che lo porta a prevalere su chi il potere non ce l'ha, in quanto visto come perdente.

Il fascino perverso dell'anonimato

Nonostante si viva oggi in un’epoca caratterizzata dall’affermarsi di una società fra le più libere e democratiche in cui è istituzionalmente garantita la libertà di pensiero, di parola e di stampa, ci sono persone che stentano ad uniformare il loro pensiero e la loro azione ai suddetti valori, preferendo comportamenti di tutt’altra natura. Il fatto è di per sé più sconcertante quando si è costretti a constatare che è fra i più giovani che si annida il germe dell’apatia e della mancanza di una visione libertaria che non sia liberticida.

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