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Leonetti (PD): "Spazio ai giovani, Saracena sempre più povera e deserta" In evidenza

Leonetti (PD): "Spazio ai giovani, Saracena sempre più povera e deserta"

SARACENA - «La mia generazione oggi è pronta e vuole assumersi la responsabilità di ricostruire ciò che un'intera generazione politica, che ancora pensa di essere indispensabile, ha distrutto». Così scrive Rosita Leonetti, Dirigente del PD di Saracena e Membro della Direzione Regionale PD Calabria in una notta in cui aggiunge: «Tra pochi mesi molti comuni della provincia di Cosenza saranno chiamati alle urne ma tra questi non è compreso Saracena dove si voterà l'anno prossimo, nella Primavera del 2017. Sono una ragazza giovane, appassionata di politica da parecchi anni. Ho assisto a molti dibattiti politici e in ognuno di essi veniva, e viene, reiterato spesso un vocabolo ormai noto a tutti: 'rinnovamento'. Mi piace questa parola, la sento mia. Rinnovare è un verbo che sta ad indicare una modalità si svolgimento: 'modificare, rimettere a nuovo, ristrutturare'.

Il rinnovamento è un processo indispensabile, solo chi non rinnova non potrà mai andare oltre, solo chi non rinnova rimane statico nella sua posizione, non la migliora e non la peggiora. È vero, al rinnovamento è correlato un rischio, il 'rischio di peggioramento' così mi piace definirlo. Il rischio di peggioramento, come può essere facilmente intuibile, è la situazione che potrebbe configurarsi se il processo di rinnovamento dovesse generare un peggioramento delle condizioni iniziali di partenza. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la probabilità che esso si verifichi è realmente bassa. Solitamente, il rinnovamento porta con sé un miglioramento delle condizioni iniziali e questo è facilmente verificabile nella vita di tutti i giorni. Se non ci fosse stato rinnovamento di idee, di uomini, sicuramente la nostra qualità di vita sarebbe ridotta al minimo.
Ecco, a me piacerebbe che questa parola, questo vocabolo, venisse realmente applicato anche nella realtà politica. Non basta utilizzare questo termine solo per aver un applauso più forte o avere una pacca in più sulle spalle.
L'altro giorno scorrendo sulla home della mia pagina Facebook una foto ha attirato la mia attenzione, la foto immortalava la piazza di Saracena, il mio paese, completamente vuota. Lì mi sono chiesta di chi fosse la responsabilità, mi sono chiesta perché un paese di 4000 (all'incirca) anime debba versare in una situazione di totale isolamento. Molti di voi penseranno che questo sia un problema che accomuna molti piccoli centri ma io non credo sia proprio così. Quella foto, scattata in una sera di marzo in un inverno molto mite è la prova provata di come un'intera generazione non ha saputo attuare a Saracena le giuste politiche per evitare l'isolamento, la desolazione. Sono sicura che qualcuno urlerà: 'è colpa del Governo', altri invece 'è la crisi'.
Beh, il punto rimane: Saracena è completamente povera e deserta. Povera non in senso economico, anche se parecchi dati ci indicano che anche sotto quell'aspetto la nostra produttività non è fiorente, ma povera a livello culturale e sociale, deserta dal punto di vista culturale e sociale. Per esempio, far crescere un bambino a Saracena è un'impresa eroica, per non parlare dei disagi che molti ragazzi vivono nella nostra comunità. Io credo che sia arrivato anche per Saracena il momento giusto di intraprendere un processo di rinnovamento della classe politica. Badate bene: rinnovamento non significa ostentare quello che in gergo viene indicato con 'giovanilismo'. Il giovanilismo risulta sterile se non è retto e accompagnato da quel particolare senso di appartenenza alle problematiche sociali, culturali ed economiche che fanno parte della nostra quotidianità. Dico questo per dire (ed urlare, consentitemi il termine) che la mia generazione oggi è pronta e vuole assumersi la responsabilità di correggere, di ricostruire ciò che un'intera generazione politica, che ancora pensa di essere indispensabile, ha distrutto. Non chiediamo che qualcuno si prenda la responsabilità di questo fallimento, ma vogliamo, questo sì, prenderci noi la responsabilità di cambiare rotta. Vogliamo costruire un modello di partecipazione aggregata al fine di costruire una Saracena diversa, che permetta ai suoi figli e ai suoi padri di poter vivere degnamente nella nostra comunità. Credo nella Politica e voglio attuare ciò che Weber definisce 'etica della responsabilità', porre in essere una decisione valutando le possibili conseguenze prevedibili. E spero che agire secondo 'l'etica della responsabilità' possa determinare un notevole cambiamento sostanziale della realtà attuale. In altri termini, questa volta non permetteremo che la parola 'rinnovamento' venga ancora una volta solo sbandierata. Questa volta noi vogliamo metterci la faccia. Si, voglio e vogliamo metterci la faccia per poter cambiare lo stato delle cose, perché questa volta o si cambia o si muore davvero. E sono sicura che in questo caso il 'rischio di peggioramento' non può verificarsi, perché il 'peggio', purtroppo, è già sotto gli occhi di tutti.
Nelle prossime settimane, quindi, apriremo la nostra sezione e il nostro partito a tutti coloro che hanno il coraggio di metterci la faccia, a tutti coloro che vogliono contribuire alla rinascita di Saracena secondo le proprie capacità, le proprie possibilità. E spero siano in tanti, perché ci aspetta davvero tanto lavoro da fare».

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