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Ad Acquaformosa si tenta un ponte Siro-Kuwaitiano

Ad Acquaformosa si tenta un ponte Siro-Kuwaitiano

ACQUAFORMOSA - A distanza di circa quattro mesi dalla loro prima visita, durata 2 giorni, ritornano nel piccolo borgo arbëresh di Acquaformosa i due uomini d’affari, di nazionalità siriana, che gestiscono attività commerciali ed industriali in Kuwait. Nel mese di ottobre scorso, infatti, i signori Aboutafi e Abdulrahman (questi i loro nomi) dopo aver girato per affari diverse nazioni del nord Europa, hanno deciso di fare una tappa in Calabria prima di rientrare nel Kuwait incuriositi e stimolati dalla descrizione dei luoghi e delle persone che avevano ricevuto dal loro amico e connazionale sig. Farouk, perfettamente integrato ad Acquaformosa ove vive da più di un anno ospite nel progetto SPRAR del comune.

I due business man, abituati ai paesaggi desertici del medio oriente, una volta giunti ad Acquaformosa sono rimasti affascinati dalle bellezze naturalistiche del territorio, dall’accoglienza della gente acquaformositana, dalla bontà dei locali prodotti agro alimentari e dall’ospitalità che hanno ricevuto dal sindaco Gennaro Capparelli e da tutta la sua amministrazione.
Il sindaco aveva ospitato nel proprio ufficio i due manager e, con l’aiuto di una interprete, in quella sede aveva interloquito a lungo sul tema dell’accoglienza, sulle problematiche locali, sui progetti intrapresi dall’amministrazione e sulle possibili soluzioni di sviluppo dell’area. La sera prima della partenza, il sindaco ed il suo vice Giovanni Manoccio hanno partecipato anche ad una cena tipicamente siriana organizzata in casa del Farouk.
I due imprenditori, una volta rientrati in Kuwait, hanno parlato con amici e parenti delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche di Acquaformosa, della sua gente e del suo sindaco, pubblicando sui locali social network anche le tantissime fotografie fatte durante la loro visita ed il sito internet della webcam comunale.
Il sindaco, dopo questa visita, conferma di aver ricevuto sul proprio telefono, tramite whatsapp, numerosi contatti dal Kuwait di gente che richiedeva informazioni sulle procedure burocratiche da intraprendere per poter fare un viaggio in Calabria, sui documenti necessari per acquistare una casa ad Acquaformosa, su come ottenere i visti in ambasciata, delucidazioni sul permesso per residenza elettiva, ecc.
Successivamente, nel mese di dicembre scorso, i due uomini d’affari, insieme al altri imprenditori siriani con basi in Medio Oriente avevano organizzato un altro viaggio in Calabria ma, a causa delle forti restrizioni imposte dal governo italiano in seguito al terribile e vile attentato terroristico che da poco aveva colpito la Francia, non avevano ottenuto i visti necessari da parte dell’ambasciata italiana nonostante si trattava di persone in possesso di ingenti patrimoni e che erano venute tantissime altre volte sia in Italia che nel resto dell’Europa, sempre per affari o per turismo.
Finalmente i signori Aboutafi e Abdulrahman, nel mese di febbraio, sono riusciti ad ottenere un visto Shengen dall’ambasciata svedese in Kuwait e quindi arriveranno ad Acquaformosa nei prossimi giorni.
Il Sindaco, a tale proposito, critica aspramente il comportamento tenuto dall’ambasciata italiana in Kuwait in quanto ha negato il visto a persone che, si ribadisce, erano state tantissime volte in Europa e in Italia, che avevano già avviato attività commerciali in alcuni paesi europei e che erano fortemente intenzionati ad investire nella nostra nazione.
Il primo cittadino naturalmente auspica che questi facoltosi ospiti possano in futuro scegliere Acquaformosa e la sua splendida montagna come meta turistica per le loro famiglie e, naturalmente, anche per avviare una qualche iniziativa imprenditoriale nel proprio comune.
Il Sindaco afferma che “questo ponte che sta assiduamente cercando di creare con l’imprenditoria siriana in Kuwait e per il quale, insieme al Sig. Farouk, si sta ampiamente spendendo, possa segnare un vero punto di svolta per i tanti problemi che tutte le aree interne della Calabria stanno attraversando, tra cui la ripresa della migrazione giovanile verso il Nord in cerca di lavoro ed il conseguente problema dello spopolamento; in assenza di un cambio di rotta, nei prossimi 50 anni l’intera Calabria sarà una regione disabitata”.

© Riproduzione riservata



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