Fagnano, l’appello strade sicure arriva al Quirinale
- Scritto da Alessandro Amodio
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FAGNANO CASTELLO - «Strade sicure: Manuel Cesta». È la denominazione della raccolta di firme che ha già oltre diecimila adesioni grazie all’iniziativa di nonno Gerardo Cesta in memoria di suo nipote tragicamente perito sulla statale 283 ad agosto 2019 ma in generale per la sicurezza stradale dell’arteria in questione.
Nonno “Gerry”, com'è affettuosamente chiamato, non si dà per vinto. E la sua battaglia è arrivata addirittura al Quirinale, per chiedere al presidente Sergio Mattarella, la più alta carica dello Stato, di prendere a cuore la vicenda. La segreteria generale della Presidenza della Repubblica ha già girato l’istanza al Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili significando di valutare il tutto sulla base «delle condizioni di sicurezza della strada che collega la costa tirrenica all’entroterra». A sua volta, il vice capo di gabinetto del Ministro ha trasmesso l’accorata missiva alla Direzione generale per le strade e la sicurezza nelle infrastrutture stradali oltre che al Dipartimento di settore ed all’Anas, coordinamento territoriale. Cosa spera di ottenere il nonno del povero Manuel insieme a quanti lo seguono? Per quanto concerne il denunciato ritardo nei soccorsi all’epoca della tragedia se ne sta occupando la Magistratura, per il resto c’è una “ferma volontà” di avere sicurezza per il futuro affinché le vittime di quella strada non restino solo un numero sulla carta o un nome scolpito su una fredda lapide. Gerardo Cesta ha 73 anni ma ha ancora le forze per chiedere a gran voce, sostenuto da chi ha sposato la sua causa, che la morte di quel nipote di 25 anni «ragazzo sano, forte e bello come il sole che il destino ci ha portato via su quella maledetta “strada della morte” non resti solo un brutto ricordo». I gravi ritardi dei soccorsi, infatti, sono da imputare anche a quel tratto di oltre quindici chilometri dove non c’è nessuna ricezione telefonica, non esiste una sola colonnina Sos né tantomeno si può chiamare il 112. Da qui l’appello al Presidente Mattarella «padre di famiglia ma soprattutto nonno» con la certezza che «non rimarrà indifferente dinanzi a questa triste storia di chi ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire perdere un nipote avendolo cresciuto come un figlio fin dalla nascita».
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