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Altomonte, la vicenda parcheggio - Castello domani al Tar Calabria

ALTOMONTE - La storia infinita del noto parcheggio multipiano“illegittimo ed abusivo”, edificato negli anni scorsi davanti al Castello dei Sanseverino, nel cuore del centro storico, arriva davanti al Tar Calabria. È una nuova tappa della vicenda che si consumerà, davanti all’Organo giurisdizionale per domani 5 luglio prossimo, quando - in una Camera di consiglio molto delicata - si deciderà in merito ad un ricorso presentato dai proprietari del manufatto contro l’Amministrazione comunale altomontese.

San Marco, il bivio di Cimino resta pericoloso

SAN MARCO ARGENTANO - Il trafficato bivio di località Cimino resta “pericoloso”. È il nuovo grido d’allarme che arriva da esercenti commerciali e cittadini che vivono quotidianamente la carenza di sicurezza. «In questi giorni ci sarà una festa, ma molto spesso è difficile anche attraversare la strada» afferma una persona che qui ci opera e ci vive tutti i giorni.  Il tratto di strada, in prossimità della Statale 533, è di competenza provinciale, ma anche il Comune è a conoscenza della sua insicurezza.

A San Sosti l'evento "Razzismo in fuorigioco"

SAN SOSTI - In occasione della “Giornata Mondiale del Rifugiato”, il progetto “Mosaico Sprar” di San Sosti ha promosso l'evento "Razzismo Fuorigioco!". In prima istanza si è tenuto, presso la sala consiliare comunale, un dibattito in compagnia di Maurizio Alfano, autore del libro "Italiani razzisti perbene", alla presenza – tra gli altri – del sindaco Vincenzo De Marco e dell’assessore Franco Boncompagni.

Il saluto di Salvatore Corchiola all’Ispettore emerito Fusca

LUZZI - Francesco Fusca, il  cittadino del mondo, così fecondo, così pronto, non è più fra noi; sapeva percepire il pensiero di chi gli stava di fronte. Un pedagogista che accusava il sistema educativo e imputava a poca volontà ogni insuccesso scolastico. E' il saluto con il quale Salvatore Corchiola ha voluto omaggiare l'ispettore Fusca.

È morto Franco Fusca, l’amico, il poeta, l’intellettuale, il Provveditore

Franco Fusca non c’è più! È partito verso altri deserto o verso altri mari! Non voglio esserci. Non potrò esserci. Non devo esserci. Una promessa antica! Ai nostri funerali non possiamo partecipare. Tu al mio. Io al tuo. Non possiamo sancire la nostra fine. Terrena. Tanto meno possiamo assistere a quel “viaggio” che tanto ci piaceva, e per il quale abbiamo creato un viaggiare viaggiando. Sempre e comunque.
Non voglio esserci al tuo funerale. Perché scaverei il solco nella tua vita trasformandola in morte definitiva.


Devo sapere che tu non sei morto. Tu sei in quella vacanza del viaggio che si chiama assenza fisica. Ti ricordi quella tua poesia che a me dedicasti, molti anni fa, e che diceva che andremo avanti come due querce. Anche nell’assenza di uno dei due. Non voglio assistere ai riti. Al funebre attraversamento delle condoglianze, al pianto del figlio, della vedova, degli amici stretti e lontani.
Io e te eravamo altra cosa. Non in amicizia. Ma nella vita. Lo siamo sempre stati.
Tu sei morto? Il riso è una armonia delle allegorie.
E le tue pagine? Le tue poesie, i tuoi versi, il tuo costante giocare con la vita.
Hai giocato ancora con la vita. A scacchi con la morte. Come il cavaliere di Durer. Il cavaliere e la morte. ma io come nei miei canti sciamani ti considero un viandante che pazienta sul filo dell’orizzonte con la tua barba da saggio e il mio invito a raccogliere sempre un Namaste.
Franco, abbiamo percorso tante stazioni. Il treno in alcune non si è fermato. In altre si è fermato troppo e i tuoi versi, i tuoi canzonieri e il tuo amore cantato come in un Cantico era il percorso obbligato per una esistenza fatta di sorrisi.
Tu mi dicevi che dovevo sorridere. Io ti dicevo che dovevamo raccoglierci in religioso silenzio.
Ed ora che il silenzio è giunto, forse mai improvviso, noi crediamo alla morte come improvvisazione e non è così, siamo perdenti su tutto il fronte o su tutte le frontiere.
Due querce io e te che dagli anni Settanta abbiamo costruito tasselli di vita non di amicizia. Le amicizie si spezzano come ramoscelli al vento.
Noi eravamo querce.
Nulla accade improvvisamente.
Hai voluto stabilire, regolarizzare, definire un percorso inventandoti, da istrione come eri e sei, un gruppo su WhatsApp chiamandolo il Viaggio. Pensa un po’? Il viaggio. Baudelaire che tu tanto leggevi invitava al viaggio e anche quella filosofia della spiritualità, nella quale in questi anni hai cimentato il tuo esserci dentro con le tue testimonianze, preannunciava un attraversamento ascoltando (leggendo) ogni mattina le parole di don Francesco Savino, grande personalità cristiana, e si comunicava…
Sì, io questo viaggio su W.Z. un bel giorno ho cercato di interromperlo perché ero convinto e resto convinto che il viaggio ha sempre una sua partenza, ma può avere porti e isole completamente diversi/e.
Tutto si è compiuto, è la recita cattolica. Io vivo il cammino degli Illuminati e il monaco che porto in me incontrerà un bel giorno uno sciamano e si diranno anche di questa tua assenza. Sul filo di un’onda come un gabbiano ha preso il volo!
Tu non sei morto. Sei assente. Tu non sei distante. Sei nelle lontananze/vicinanze.
E ti parlo senza citare i tuoi libri, i tuoi titoli, le tue ricerche, i tuoi numerosi studi…
Il tuo essere come me Arbereshe e alla cui cultura hai dedicato, insieme alla pedagogia e agli incarichi istituzionali (hai ricoperto incarichi istituzionali partendo dal basso come insegnante elementare sino a diventare Provveditore), tante energie.
Quando si va in vacanza si porta un solo libro cartaceo e il resto è vento… Che il dio del Sole sia con te …
Ricordi che parlammo spesso di quei due film che rivedemmo una sera insieme a Roma (due film in una serata e li avevamo visti già altre volte): “Anonimo veneziano” e “La prima notte di quiete”? Ebbene, ce lo siamo ricordati anche al funerale di mia madre, ad ottobre 2015, e tu mi dicesti: quante copie hai ancora di quel libro? Ora una sola mi è rimasta. La conservo per me!  
Ovvero il “Qohélet o L’Eccliaste”.
Il personaggio di “Anonimo veneziano” portava sempre in tasca il suo “Qohélet” e spesso apriva la stessa pagina e recitava: “Ha la sua ora tutto/E il suo tempo ogni cosa/sotto il cielo/C’è il tempo di nascere/e il tempo di morire…”.
Ma io ti recitai i versi che già tu conoscevi per aver scritto i tuoi canzonieri amorosi che provengono dal “Cantico dei Cantici”: “Il re mi ha introdotto nelle sue stanze./Esultiamo e gioiamo in te”.
Quei due film lontani nel tempo (il Tenco che si aggrappava al nostro tempo:  e lontano lontano nel tempo…) sono rimasti come sentinelle del nostro esserci tra presenza e vacanza.
La prima notte di quiete?
Ebbene sì, dopo la vita o dopo la morte?
Non posso esserci non dovrò esserci non voglio esserci al tuo funerale come non ci sono stato, per suo volere, a quello del mio maestro, e non voglio venir meno ad una nostra promessa: quella di esserci per non esserci  e veder partire uno dei due…
Certo, il nostro Pavese ci dirà: Ci saranno altri giorni altri risvegli e mi racconterai la storia di una notte che si è persa dentro una conchiglia e l’eco non era un rumoreggiare ma l’inizio di un’onda che cercava il silenzio per riposare.  
E ti ascolterò in questa tua passeggiata rivedendo un anonimo veneziano nel quale si udrà l’antico “concerto che dice la rassegnata disperazione per la morte di un uomo…. E forse di tutto ciò che è già  vissuto abbastanza”.
Con la chiusa di questo romanzo non ti saluto. Ma non ti saluto affatto.
Gli appuntamenti saranno segnati dal calendario.
Per andare oltre o forse per restare prima dell’oltre.
Mantengo fede alla nostra promessa.
Si vive la disperazione ma la pazienza ci aiuta ad attraversare il sogno. Nato a Spezzano Albanese nel 1948 e morto a Corigliano alle 13.30 di giovedì 30 giugno 2016.
Non posso vederti partire… Non voglio… Non devo…
                                                                                                                                                                                                                        Piefranco Bruni

Pellegrini rossanesi fanno visita a San Lorenzo del Vallo

SAN LORENZO DEL VALLO – (Comunicato stampa) Un gruppo di circa 50 persone, proveniente dalla parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino” di Rossano, prima di recarsi al Santuario della Madonna delle Grazie di Spezzano Albanese per attraversare la Porta Santa, ha fatto visita al paese di San Lorenzo del Vallo. Ad accogliere gli ospiti l’assessore ai Servizi Sociali Maria Angelica Stamato che li ha guidati per le strade del paese, rivolgendo particolare attenzione alla visita del maestoso Castello.

Roggiano, Andrea Zanfini è il più giovane presidente del civico consesso

ROGGIANO GRAVINA - Si è insediato il nuovo Consiglio comunale. Fra i punti all’ordine del giorno anche l’elezione del nuovo presidente del civico consesso. Per il prestigioso incarico, la maggioranza di “Rinascita democratica” del rieletto sindaco Ignazio Iacone che ha rivinto le amministrative, è stato nominato Andrea Zanfini. Oltre ad essere il consigliere più piccolo d’età, Zanfini – da quando è stata istituita questa figura – è anagraficamente il più giovane tra quelli che hanno presieduto l’assemblea cittadina.

Roggiano, assegnate le borse di studio dell’Associazione Stella

ROGGIANO GRAVINA - Consegnate nell’aula magna della Scuola primaria di Piazza della Repubblica le nove borse di studio intitolate alla memoria del compianto avvocato Tonino Stella. L’evento è stato promosso dall’Associazione per l’impegno sociale e politico “Tonino Stella” e dall’Istituto comprensivo Roggiano – Altomonte con la preziosa collaborazione del laboratorio multimediale “A. Mammolito”.

Roggiano G., Tiberio Bentivoglio ancora ospite in paese

ROGGIANO GRAVINA - L’imprenditore reggino Tiberio Bentivoglio torna a Roggiano. Proprio qui, a maggio del 2013, venne insignito della cittadinanza onoraria da parte del sindaco Ignazio Iacone per la sua strenua lotta alla ‘ndrangheta. L’evento, denominato “Aperitivo della legalità”, è previsto per il pomeriggio di oggi. In serata, poi, lo stesso Bentivoglio compirà, in una cerimonia ad hoc, un gesto significativo: l’apposizione all’entrata della casa comunale della targa “Qui la ‘ndrangheta non entra”.

San Marco, giovane muore dopo un tragico scontro

SAN MARCO ARGENTANO – Erano appena passate le ore 23 di lunedì 28, di lì a poco un forte rimbombo avrebbe scosso quella che pareva una tranquilla serata d’inizio estate. Davide 30 anni originario di San Donato di Ninea era a bordo della sua moto, stava facendo un giro con la sua ragazza, 21 anni residente a Mottafollone. Nel breve volgere di qualche minuto, però, quella giovane vita si è spezzata lasciando nella disperazione diverse comunità: San Donato di Ninea, luogo nel quale viveva lo stesso Davide, ragazzo amante delle due ruote; ma anche Mottafollone, Altomonte e Malvito dove risiedono diversi familiari della ragazza, rattristati per la sorte del giovane centauro e preoccupati per le condizioni della loro congiunta.

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