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Altomonte, parte una denuncia penale contro Cotticelli In evidenza

Cotticelli presente ieri sera da Giletti Cotticelli presente ieri sera da Giletti
Agos

ALTOMONTE - Francesco Pacienza, cittadino altomontese ma anche Giornalista-Pubblicista Freelance, ha presentato stamani al Procuratore della REPUBBLICA presso il TRIBUNALE di Castrovillari, una circostanziata denuncia contro l'ex Commissario ad acta della Sanità della Regione Calabria, generale Saverio Cotticelli.

Nella stessa si legge quanto segue: «Premesso che l'inserimento della Regione Calabria tra le Regioni ad alto rischio Covid-19 (Zona Rossa) - dato atto dell’attuale, basso numero di contagi in rapporto ai tamponi eseguiti, basso rapporto tra posti di terapia intensiva occupati e posti disponibili e della scarsa incidenza della pandemia sul territorio - la mancata adozione del Piano di riorganizzazione così come previsto dall’art. 2 del D. L. 34/2020 ha generato, pertanto, una inefficacia nelle misure di contrasto alla pandemia nell'ipotesi di incremento della curva dei contagi. Considerato che non sono stati compiuti atti, Piano di riorganizzazione sanitario, che per ragioni di giustizia, ordine pubblico e sanità dovevano essere compiuti senza alcun ritardo, e che la mancata attuazione di questi ha recato possibile nocumento ai cittadini calabresi generando situazioni di estremo disagio limitandone di fatto diritti costituzionali garantiti». Il denunciato ha chiesto alla Procura della Repubblica che voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, qualora ritenga la sussistenza di ipotesi di reato, individui i possibili responsabili e proceda nei loro confronti. Alla denuncia è allegata una nota, che vuole essere anche una riflessione collegata al difficile momento che stiamo vivendo: «Dopo aver visto la trasmissione “Titolo Quinto”, andata in onda su RaiTre, sulla situazione sanitaria in Calabria e sul perché la mia regione fosse stata dichiarata Zona rossa, come calabrese, sentendo le affermazioni del Commissario ad Acta, mi sono sentito umiliato e offeso e come cittadino italiano indignato ad ascoltare le dichiarazioni del vice Ministro alla Sanità Sileri che dichiarava che “...sono anni che si è interrotto il potere di controllo centrale sulle aree commissariate...”. Sono decenni che in Calabria tutti noi cittadini subiamo supinamente la protervia del Potere, sia esso politico, spesso fatto di incompetenza e inefficienza, sia amministrativo e imprenditoriale che riguarda la Sanità pubblica. Eppure stiamo parlando di un Diritto garantito dall'art. 32 della nostra Costituzione, un Diritto che dovrebbe essere al di sopra di ogni scelta politica e amministrativa, ma da oltre un decennio questo Diritto è sistematicamente negato ai cittadini calabresi sempre più oppressi e soggiogati da inefficienze e clientelismi che mirano solo ad interessi privati sempre più diffusi. Da cittadino calabrese ho deciso di lanciare un forte segnale, un segnale per risvegliare le coscienze civili di tanti che non hanno avuto, finora, il coraggio di manifestarlo pubblicamente; da cittadino libero da ogni giogo politico ho presentato una formale denuncia alla Procura della Repubblica di Castrovillari, per il tramite della caserma dei Carabinieri di Altomonte, verso la struttura commissariale alla Sanità della Calabria e il Ministero della Sanità per tutti i danni arrecati a ognuno di noi per le varie inefficienze, sotto gli occhi di tutti, che la Procura vorrà rilevare e perseguire. Siamo come dei naufraghi su una zattera alla deriva, abbiamo un solo razzo di segnalazione, abbiamo all'orizzonte una nave che può salvarci e abbiamo il dovere e l'obbligo di lanciare quel razzo se vogliamo avere la speranza di salvarci. Ecco, quel razzo l'ho lanciato per continuare a credere e sperare di poter salvare me stesso, i cittadini calabresi ormai da moltissimo tempo alla deriva, e la nostra splendida regione. Spero che altri segnali come questo si facciano avanti aldilà degli schermi e delle tastiere dei Social che non producono effetti concreti ma sono solo una inutile valvola di sfogo personale. Facciamo seguire i fatti concreti alla nostra vera e reale indignazione, utilizzando tutti gli strumenti democratici e legali che abbiamo a disposizione, solo così si potranno spezzare le singole maglie di questa catena che ci sta stritolando da decenni. Se questa situazione persevera da decenni è anche per colpa di un atteggiamento remissivo, quasi di sfiducia, verso la legalità e il rispetto delle regole e dei diritti dei cittadini. La collega e scrittrice Oriana Fallaci sosteneva “Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.” Noi calabresi abbiamo Cultura da vendere, nell'antichità questa terra era chiamata Italia, quindi abbiamo più diritto di altri ad essere trattati da italiani».

 

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