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Santoianni (AIC) sulla lotta al caporalato: "Fondamentale il ruolo delle istituzioni" In evidenza

Santoianni (AIC) sulla lotta al caporalato: "Fondamentale il ruolo delle istituzioni"

ROMA - “Sostenere le forze della legalità che combattono il caporalato, lo sfruttamento dei braccianti e la concorrenza sleale alle aziende sane è un impegno importante nella filiera agroalimentare. Ringraziamo la Procura di Castrovillari e gli oltre trecento finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e dei reparti di Crotone e Catanzaro, che hanno condotto l’operazione Demetra, finalizzata a contrastare il caporalato e assicurare alla giustizia i soggetti accusati di sfruttamento”.

Lo afferma in una nota Giuseppino Santoianni, Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori. “AIC - prosegue - ha più volte sollevato la questione, da ultimo in un’iniziativa sulla ripartenza post-Covid in Calabria, dove abbiamo sollecitato interventi mirati e chiesto all’Assessore all’Agricoltura Gallo l’istituzione di un tavolo permanente in cui misurarci con le questioni sociali più acute della regione. Lo sfruttamento sistematico e inumano dei braccianti ad opera di realtà vicine o inglobale dalla criminalità organizzata è una di queste piaghe, che minaccia la grande maggioranza delle imprese, le quali con passione e determinazione valorizzano e fanno vivere zone interne carenti di infrastrutture fisiche e sociali. Secondo i dati della Banca d’Italia in Calabria il settore agricolo rappresenta circa il 6 per cento del valore aggiunto, oltre il doppio del corrispondente dato nazionale. In esso trova impiego circa il 15 per cento degli occupati, l’incidenza più alta tra le regioni italiane. Ma la dimensione media delle aziende agricole calabresi è di gran lunga inferiore a quella rilevata nel resto d’Italia, il che ci rimanda a un tipo d’impresa ci è ben nota, essenzialmente a carattere famigliare e con una maggiore fragilità. Anche per questo torniamo a ribadire il ruolo fondamentale delle istituzioni a difesa della legalità, che è anche difesa di questo modello resiliente di fare agricoltura e creare occupazione in una delle regioni d’Italia più soggette a spopolamento”.

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